Il corpo della donna e la sua ciclicità

La donna è depositaria della chiave della vita

Il corpo femminile è un capolavoro d’armonia e di bellezza! Ancor più stupefacente è quello che ogni donna racchiude in sé. 

La donna è depositaria della chiave della vita, valore inestimabile. Averne consapevolezza è inizio imprescindibile di un cammino verso la valorizzazione della nostra femminilità. Essa si esprime pienamente quando tutti gli elementi che compongono la sua persona lavorano all’unisono, in un concerto meraviglioso: la psiche, caratterizzata da emozioni tutte nostre, da una sensibilità particolare, da un intuito che soltanto noi donne sappiamo avere; la mente con pensieri tipicamente  femminili, senza entrare in stereotipi; la spiritualità che si pone domande di senso sulla vita, sul significato dell’esistenza, nell’ascolto , nell’accoglienza, nell’attesa.

Un cammino di conoscenza parziale, che tiene conto soltanto di alcuni aspetti ma non di tutti, è incompleto.

Il corpo è elemento fondamentale e necessario, anche se non l’unico della persona. Esso ci rappresenta Noi siamo il nostro corpo ma spesso non ci conosciamo.

Tanti sono i condizionamenti culturali che impediscono alla donna di esprimere pienamente se stessa.

Pare che le donne dagli anni 70 ad oggi, abbiamo soffocato “il femminile” arrivando a manifestare un senso di paura, di angoscia verso tutto ciò che è nostro e che ci appartiene. Non ci fidiamo di noi stesse. La fertilità, la gravidanza, il partorire, la menopausa sono diventati eventi esterni a noi.

Talvolta predomina l’imbarazzo di essere gravide in una società dove la maternità non è un valore sociale, dove la donna lavoratrice gravida viene vista come un “problema” nonostante la legislazione tuteli molto bene la lavoratrici. C’è imbarazzo culturale pur in una situazione di calo demografico pauroso.

Spesso le donne vivono con disagio le mestruazioni. In una vita sempre più frenetica anche le mestruazioni sono un impedimento.

Mentre la ciclicità femminile è una specificità di genere che esprime tutti il suo potenziale formidabile: la fecondità. E le mestruazioni, seppur a volte dolorose, ci rappresentano.

Il nostro corpo ci parla, ha un suo linguaggio, manda segnali, a noi compete soltanto l’osservare, il saper ascoltare, il cogliere quei segni e sintomi che dicono molto di quello che ci succede.

Alcuni sintomi sono vaghi, non dimostrabili oggettivamente e sono tanti quanti ogni donna sa individuare. Essi caratterizzano alcune donne ma non tutte allo stesso modo, come ad esempio, il desiderio di mangiare dolci soltanto in alcuni giorni, il tono dell’umore che cambia in modo ciclico, una stanchezza accentuata soltanto in determinate fasi del ciclo e ud una ripresa di energia in altri giorni. E con questi non possiamo definire con precisione la “finestra fertile”.

Alcuni segni invece sono inequivocabili, tipici di tutte le donne, dimostrabili scientificamente e permettono di individuare con precisione i giorni fertile e i giorni non fertili del ciclo con un’alta affidabilità. Il primo è la mestruazione, fenomeno che tutte le donne ben conoscono. Un altro segno è quello della variazione di temperatura basale o al risveglio, determinata dalla presenza del progesterone quando è avvenuta l’ovulazione.  Un alto sego è il muco cervicale, fattore di fertilità, che una donna vede ma soprattutto “sente”.

A differenza dell’uomo che vede e tocca il suo corpo perché esterno, la donna ha una parte di sé che è all’interno e che quindi non vede, ma “sente”.

Una donna che sa cogliere i segni e i sintomi di fertilità diventa padrona del suo corpo e può rendere il rapporto sessuale aperto alla vita. Nasce una condivisione di coppia meravigliosa, una complicità che sa aspettare e rispettare la natura e i suoi tempi.

Se una donna si conosce, si riappropria del suo essere donna.

Una femminilità vissuta pienamente, aiuta la donna ad invecchiare più serenamente, a spostarsi senza rimpianti verso un’età in cui la fertilità va perdendosi. La donna che vive il suo corpo, cioè lo osserva, lo conosce anche senza l’esperienza di una maternità (sappiamo quanto la sterilità sia diffusa), evolve verla menopausa serenamente. La fase del climaterio non è la fase del “non è più quello che prima era”. Non è la mancanza di qualchecosa ma è una fase altrettanto piena e ricca di femminilità. Ogni stagione ha i suoi frutti. La donna consapevole di sé, forte della sua esperienza, nel periodo della menopausa sa esprimere al massimo la sua personalità. Nasce una creatività ricca, un’ideazione vivace.

Al contrario un corpo non vissuto, inteso come non conosciuto, manda in crisi molte donne in menopausa. C’è quasi una sorta di rimpianto verso quello che era e non si può più conoscere.

Più la donna conosce se stessa, più si apprezza. Tanti sono gli episodi di autolesionismo nelle ragazze adolescenti: disturbi alimentari, abuso di sostanza alcoliche, piercing, l’esercizio di una sessualità precoce, subita, soltanto per compiacere e per essere accettate! Se una ragazza ha piena consapevolezza della bellezza che racchiude in sé e del suo potenziale fertile, valore inestimabile da proteggere , da preservare, riesce a rispettarsi di più e a volersi bene.

Abbiamo perso noi stesse e dobbiamo ricominciare da noi, ascoltando il linguaggio del nostro corpo. La comprensione di quanto siamo belle, nel senso più pieno del termine, rafforza la nostra identità di donne in senso positivo, con la consapevolezza che la diversità di genere è una risorsa, non un limite. La vera emancipazione femminile nasce dalla valorizzazione di questa diversità. Questa è la vera sfida.

Dr.ssa Adriana Torri
Medico Ginecologo Fondazione Poliambulanza Brescia -Insegnante INER

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