Perché siamo contenti di applicare il metodo Sintotermico Roetzer al nostro matrimonio?

Perché siamo contenti di applicare il metodo Sintotermico Roetzer  al nostro matrimonio?

Abbiamo più volte iniziato a scrivere questa lettera, senza troppo successo. Le parole non si incastravano bene, le idee apparivano strutturate in maniera poco convincente, l’esposizione si srotolava noiosa e terribilmente didascalica. Così ci siamo fermati a riflettere ancora un po’ e abbiamo capito che non dobbiamo convincervi né insegnarvi nulla. A volte certe dinamiche tossiche s’insinuano dentro di noi senza che ce ne accorgiamo. Anzi, vi chiediamo scusa se a volte, nei nostri discorsi, vi siamo sembrati saccenti o abbiamo assunto un’aria quasi superiore da: io lo faccio meglio di te. E’ che vorremmo solo raccontarvi quanto bene e quanta bellezza si nascondono nello scegliere il metodo naturale all’interno del proprio matrimonio.

 Ci dicevamo l’altra sera a cena che questa è certamente una scelta impopolare, e che senza dubbio è un cammino in salita, che richiede una fatica. In alcuni momenti ci è balenata persino in testa l’idea che forse non è per tutti, che forse il Signore non chiede ad ogni coppia di sposi l’utilizzo del metodo naturale per declinare la propria sessualità coniugale. Forse davvero ad alcuni chiede il semplice utilizzo di stick per la rilevazione dell’ovulazione; forse davvero per altri la propria strada per la santità (che poi, in un linguaggio non cristiano altro non è che la strada per la felicità) deve passare attraverso una sessualità sregolata, nel senso proprio del termine di non rispondente al alcuna regola, aperta a qualsiasi gravidanza, in qualsiasi momento, prescindendo da qualsiasi altra esigenza della propria famiglia. Non lo sappiamo. Quel che però abbiamo capito dalla nostra esperienza è che la Chiesa non ci ha mentito quando, a un passo dalle nozze, ci ha indicato come via migliore per donarci l’uno all’altra l’educazione al metodo naturale.

Quando, noi amici, eravamo tutti fidanzati, avendo scelto la castità, ci confidavamo spesso l’attesa del momento in cui finalmente avremmo fatto l’amore. Una volta sposati, invece, tanti dei nostri amici hanno iniziato a smettere di parlarne. Qualcuno ha avanzato candidamente che certe cose sono solo di marito e moglie, che non vanno dette. E se questo è vero nel senso del rispettare la propria unione, è tuttavia altrettanto vero che, a volte, si evita di parlarne perché ognuno vuole gestirsela come vuole. Senza troppe domande, senza troppi dubbi, senza troppe riflessioni. Il problema è che non riusciamo proprio a capire come non ci si possa interrogare su un ambito tanto complesso e tanto importante per un matrimonio. Come si possa abbandonare la sessualità coniugale al proprio istinto, come se poi questa casualità potesse aumentare il desiderio o garantire un rapporto sessuale più soddisfacente.

Ricordiamo ancora quando seguimmo il nostro primo corso da fidanzati sui metodi naturali, perché quello che ci colpì in primis furono le parole della relatrice “chi segue il metodo naturale l’amore lo fa di più e meglio!” e già solo questa frase ci aveva attirato nel saperne di più e nel desiderare anche per noi la via migliore attraverso cui donarci reciprocamente!

Non possiamo negare che noi cristiani, di sessualità, ne parliamo davvero troppo poco. E non mi stupisco quando il mondo ci addita come bigotti, perché nonostante abbiamo davvero un tesoro, spesso lo nascondiamo invece di condividerlo. 

Noi, invece, vogliamo raccontarlo, perché siamo convinti che il mondo abbia bisogno di conoscere una bellezza vera, intensa, autentica. E come non iniziare da chi ci è più vicino, cioè voi, amici nostri?

Uno dei primi motivi per cui, ci avete detto, stentate ad avvicinarvi al metodo è per stanchezza. Corriamo ogni giorno dietro a scadenze, incombenze, impegni lavorativi, bisogni familiari e pensare di dover fare attenzione al proprio muco, alla temperatura, ai segni che il corpo ci rimanda può apparire come un ulteriore stress. “Non sono costante, mi perderei”.

Noi, da campioni mondiali di stanchezza, le capiamo bene queste resistenze; però ci siamo detti che attraverso quel rapporto con mia moglie, con mio marito, ci passa Dio, ci passa la vita, e quindi è qualcosa che merita la nostra attenzione. Anche stanca, anche stressata.

E’ un po’ questione di abituarsi ad una buona pratica e un po’ questione di esercitare un briciolo della propria volontà:se guardo almeno una volta al giorno Instagram e Facebook, vuoi che non riesca ad osservare una volta al giorno quel che mi dice il mio corpo? E poi, come diceva Evagrio Pontico “se vuoi conoscere Dio, impara prima a conoscere te stesso”, e magari può passare anche da questo.

S’inserisce allora, di solito, il commento un po’ scocciato “ma così non sono libero di fare l’amore con mia moglie/marito quando voglio!”. Ecco, questa di solito è la seconda scusa più frequente per non avvicinarsi ai metodi che ci viene mossa.

Partiamo dal fatto che avere desiderio di fare l’amore col proprio coniuge è una benedizione! Provare reciproca attrazione, volersi, cercarsi, anche dopo anni di  matrimonio, anche dopo ore estenuanti passate ad educare i figli e a lavorare, è davvero qualcosa di prezioso, attraverso cui passa l’amore di Dio; e quindi fare l’amore quando ne abbiamo voglia è certamente appagante. Il problema sorge se faccio l’amore solo quando ne ho voglia, il che equivale a dire: ti amo quando ho voglia, quando non ho voglia faccio altro.

 E’ molto pericoloso lasciare alla voglia il potere di determinare le nostre scelte e, di conseguenza, i nostri rapporti; essa, infatti, è figlia dell’egoismo, se non ben indirizzata, e questo è un rischio specialmente per gli uomini che, fisiologicamente e psicologicamente funzionano in maniera diversa rispetto alle donne. Una cosa che abbiamo intuito sin da subito nell’esercizio della castità prematrimoniale e poi dei metodi naturali è proprio questa: la sessualità è qualcosa che va educato, altrimenti scade nell’egoismo travestito da amore. 

Quindi se seguiamo il metodo calcoliamo tutto? No, educhiamo tutto, anche ciò che per definizione è ineducato, cioè l’istinto. Talvolta ci viene anche detto, infatti, che così, però, non lasciamo spazio alla grazia, che anche i metodi naturali sono contraccezione. Qui il discorso è ben più profondo.

Ogni coppia, infatti, deve chiedersi perché sta utilizzando i metodi. Innanzitutto, se anche sto utilizzando maggiormente il periodo infertile, so che comunque sono aperto alla vita perché oggettivamente non pongo ostacoli di sorta.  E se sto sfruttando il periodo infertile per evitare altre gravidanze, questo può essere dovuto a molte decisioni serie riguardanti il mio matrimonio.

Certo è che fare figli richiede anche responsabilità, cioè capacità di rispondere. Dare la vita è qualcosa di sacro, ma i figli vanno generati ogni giorno e devo prendermene cura quotidianamente, il mio ruolo genitoriale non finisce il giorno del parto.E il Signore non mi chiede di fare figli in continuazione, ma di amare in continuazione.

Potremmo parlare ancora tanto, ma dopo un po’, si sa, la soglia d’attenzione si abbassa notevolmente, e allora concludiamo.

Perché siamo contenti di applicare il metodo naturale (sintotermico Roetzer)  al nostro matrimonio? Cosa volevamo raccontarvi, in fin dei conti? Che in questo modo cambia tutto.

Innanzitutto sai con certezza che stai provando ad amare sul serio quel dono immenso che hai accanto (pur con tutti i suoi difetti); e lo sai non perché te lo racconti tu, ma perché lo dice la realtà, per il fatto stesso che non stai amando seguendo solo i tuoi istinti.

Cambia tutto perché l’adagio “l’attesa aumenta il desiderio” è vero, perché magari un giorno ti astieni, ma poi quando fai l’amore è più bello di prima. Cambia tutto perché fai l’amore più spesso di quel che pensi, e lo fai meglio, con più rispetto, e con più unione. E credeteci, è davvero tutta un’altra cosa.

Benedetta e Stefano Silveri  

(insegnanti del metodo sintotermico Roetzer)

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